Cos’è l’agroecologia?

L’agro-ecologia integra le necessità della produzione agricola con il criterio della preservazione dell’ambiente. Tuttavia, definire questo sistema agricolo, tema di dibattiti accademici da diversi anni e in parte concretizzato nelle coltivazioni europee, è complesso.

Approccio, tecnica, o filosofia?

Gli studiosi non sono d’accordo. L’agroecologia non utilizza un metodo di coltivazione specifico: si avvale di tecniche differenti (agricoltura biologica, biodinamica, naturale, permacultura) e delle più avanzate tecnologie agronomiche per garantire la compresenza fruttuosa di agricoltura e diversità biologica. Gli obiettivi sono molteplici:

  • Diminuire l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi chimici e ridurre l’uso di antibiotici per il bestiame
  • Usufruire dei benefici della natura per coltivare a ridotto impatto ambientale (lotta integrata, interazioni pianta-insetto)
  • Garantire maggiore produttività e variabilità delle colture

Alcuni dati

Sappiamo che l’agricoltura intensiva sta causando molti danni al nostro Pianeta, alcuni dei quali potenzialmente irreversibili.

L’uso eccessivo di fertilizzanti chimici è responsabile della perdita di biodiversità dei terreni, condizione che mette in pericolo le coltivazioni stesse, al punto che la Commissione Europea ha in programma di diminuirne l’utilizzo del 50% entro il 2030.

Questo impatta anche sulla gestione del cibo e sulle politiche alimentari. Sempre secondo l’UE, 33 milioni di persone oggi non possono permettersi di consumare un pasto equilibrato; nel frattempo, la metà degli adulti sul pianeta è sovrappeso e il 20% dei cibi prodotti viene sprecato (Farm To Fork Strategy, EU Green Deal, 2020). Una disuguaglianza che fa male a tutti.

Il report stilato da Slow Food (2020) descrive studi dagli anni Novanta ad oggi su 37 milioni di ettari coltivati con un’ampia varietà di sistemi e colture, in 57 paesi del sud del mondo (Pretty et al., 2006), dimostrando che con l’agroecologia le rese medie per ettaro sono aumentate del 79%.

Nel 2008, forti di questi risultati, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) e la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad) hanno promosso uno studio in Africa per indagare sulle rese dell’agricoltura “alternativa” alla intensiva. Le rese sono aumentate in media del 116% per ettaro, e in Africa orientale addirittura del 128% per ettaro (Unep, Unctad, 2008).

Il ruolo della tecnologia

Alcuni agronomi e promotori dell’agroecologia sostengono che la tecnologia sia pericolosa all’interno di un approccio che vuole ristabilire il contatto con i saperi antichi e un rapporto più equo e rispettoso con l’ambiente: si rischia di cadere nella tentazione dell’intensività.

Eppure, esistono esempi virtuosi di come un’agricoltura attenta all’ambiente possa (e con profitto) sfruttare le nuove tecnologie per rendere i raccolti più produttivi, vari e rispettosi delle caratteristiche dei suoli, come la positiva esperienza della IBF Servizi nel ferrarese.

Agroecologia e giustizia sociale

Se pensiamo al progressivo abbandono della terra degli ultimi decenni, con le popolazioni sempre più spinte verso le città, ci risulta difficile progettare un cambiamento.

Eppure, sia nelle zone più povere del mondo, sia nel mondo sviluppato, l’agroecologia – con la sua maggiore esigenza di lavoratori – permetterebbe un’occupazione rurale meno stagionale e più continuativa, con nuclei famigliari che potrebbero sostentarsi grazie a questo lavoro. In alcuni paesi, questo significa guadagnarsi sicurezza e sovranità alimentare.

Inoltre, emerge che molti giovani e donne hanno interesse a tornare a queste occupazioni perché più salubri, eque e promotrici di un empowerment femminile, come dimostrato dagli studi compiuti in UE.

Perché andare verso una agricoltura sostenibile

Dati alla mano, l’agroecologia garantisce raccolti più produttivi, aumenta la biodiversità dei terreni (secondo alcuni studi, del 30%) e dell’ambiente circostante, permette di abbattere l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi chimici, oltre che di antibiotici per gli animali, garantisce un sistema di approvvigionamento alimentare più equo: tutto ciò che ci serve per fronteggiare le sfide poste dai cambiamenti climatici in atto.

 

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