Il futuro è nelle comunità energetiche

Novellara, 16 Febbraio 2023

Con la propulsione degli ultimi anni verso la transizione ecologica, promossa dalla Comunità Europea e concretizzatasi in Italia nel PNRR (68,6 miliardi destinati alla Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”), le energie pulite e la relativa rivoluzione del nostro modello di consumo sono inevitabili.

Ecco perché si parla sempre più di frequente delle comunità energetiche.

Che cos’è una comunità energetica?

Una comunità energetica è un insieme di cittadini e/o imprese in libera associazione che attraverso un accordo formale realizzano e mettono in opera le infrastrutture energetiche necessarie per produrre energia pulita da fonti rinnovabili (da qui il nome CER, Comunità Energetiche Rinnovabili) per favorirne l’utilizzo localizzato all’interno della stessa comunità, riducendo la richiesta alla rete “ordinaria”.

La contemporaneità fra l’energia prodotta dalla comunità e l’istantaneo consumo da parte dei suoi membri viene premiato con un incentivo del GSE pari a 110 euro/MWh. Per massimizzare il beneficio dell’incentivo è fondamentale inserire nella comunità non solo cittadini, ma anche enti con importanti consumi diurni.

Questo meccanismo di autoconsumo fra soggetti differenti all’interno della comunità energetica è di tipo virtuale, non implica nessuna modifica impiantistica ai soggetti partecipanti: continueranno a pagare esattamente la stessa bolletta; il beneficio economico della CER si traduce in un bonifico di fine anno in cui la comunità divide i suoi utili con i suoi soci, con le modalità stabilite in uno statuto scritto dagli stessi.

Le leggi che regolamentano la creazione delle CER (Decreti legislativi 119 e 210 del 2021; Decreto Milleproroghe, in particolare articolo 42-bis, che introduce la possibilità di creare le Energy Community e di formare progetti di autoconsumo collettivo di energia proveniente da fonti rinnovabili) incentivano l’incontro di realtà anche molto diverse tra loro: residenti di un condominio o in villette di quartiere, aziende, enti di terzo settore possono insieme costituire una CER.

Questa libertà agevola la creazione di queste comunità, unendo le forze e dando accesso anche ai privati cittadini a spazi e risorse che, singolarmente, sarebbero inaccessibili. Inoltre, permette a comunità (cittadine o rurali) di ricostruire una rete informale di relazioni, un tessuto sociale, che incentiva tutta una serie di connessioni, al di là di quella funzionale dell’accordo per la costituzione della CER: un aspetto fondamentale, soprattutto dopo l’isolamento generato dalla pandemia.

Che futuro per l’Italia delle CER?

L’Electricity Market Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano prevede la nascita di circa diecimila comunità energetiche nei prossimi cinque anni.

Tuttavia, oggi l’Italia si dimostra fanalino di coda rispetto a molti altri Paesi europei: la Germania sfiora le 1.800 CER, l’Italia arriva a 100 (Fonte: Rapporto Legambiente 2022), sebbene la storia inizi dal 1921, con l’esempio virtuoso della comunità energetica di Funes, in Alto Adige, attiva ancora oggi. Come Funes, esistono altre realtà.

Il prosumer (crasi delle parole inglesi “producer”, produttore, e “consumer”, consumatore) si delinea come nuova tipologia di cittadino che, in collaborazione con altri, passa all’autoproduzione e all’autoconsumo, giocando un ruolo strategico nella transizione ecologica, oltre a guadagnarci da diversi punti di vista.

Infatti, l’autoconsumo ha molteplici vantaggi: oltre a un significativo risparmio sulle bollette e alla possibilità di ricevere moderate entrate dalla vendita dell’energia in eccesso, si parla anche di una capacità concreta di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, sia locale che globale, riducendo sensibilmente il proprio impatto ambientale, senza rinunciare alle proprie abitudini energetiche.

Come si sta muovendo S.A.BA.R.

Sull’importante argomento del risparmio energetico, S.A.BA.R. sta realizzando la serie di iniziative “Incontri Energenti” in collaborazione con i Comuni soci, per dare risposte e fornire soluzioni ai cittadini che si trovano a fronteggiare questo difficile periodo di caro bollette. Dopo gli appuntamenti di Gualtieri, iniziati a febbraio, si prosegue con:

  • Energia bene comune, primo incontro – Giovedì 16 febbraio, ore 20:45, Sala dell’Antico Portico del Palazzo Ducale, Guastalla
  • Costi dell’energia, come risparmiare, comunità energetiche – Venerdì 17 febbraio, ore 20:45, Sala Civica di Viale Filippini 63, Luzzara
  • Bollette, costi energetici e comunità energetiche – Giovedì 23 febbraio, ore 20:45, Bottega del Tempo Libero, Viale Umberto I 23, Boretto
  • Energia bene comune, secondo incontro – Giovedì 23 febbraio, ore 20:45, Sede di Paese in Festa, San Rocco di Guastalla

Inoltre, proprio in questi giorni è in progettazione la prima comunità energetica della Bassa Reggiana, presentata alla Regione Emilia-Romagna. “La costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile ha davvero un grande valore aggregativo, ma per realizzarla e gestirla serve competenza e lungimiranza, perché gli ostacoli sono molteplici.” commenta Marco Boselli, Direttore S.A.BA.R..

I Comuni soci di S.A.BA.R. S.p.A. hanno stabilito a dicembre 2022 di richiedere il contributo alla Regione Emilia-Romagna per la costituzione di una prima CER con Enti Pubblici e del Terzo Settore della Bassa Reggiana, proponendo l’utilizzo degli impianti fotovoltaici realizzati e da realizzare presso la sede di Novellara.

Come ricorda Boselli, gli ostacoli non sono pochi. L’attuale normativa vincola l’aggregazione virtuale tra produttori e consumatori a soggetti che siano allacciati alla stessa cabina primaria AT/MT; tuttavia, gli 8 Comuni S.A.BA.R. sottostanno a ben 6 cabine primarie diverse!

Nonostante questo, il Direttore rimane ottimista: “Avendo diverse tipologie di Enti Pubblici che insistono sul territorio e operano con più punti di allacciamento sulla Bassa Reggiana, contiamo di raggiungere l’obiettivo della costituzione della prima CER. Il passo successivo sarà il tentativo di replicazione”.